Territorio

Smrt fašizmu, sloboda narodu!







sabato 8 dicembre 2012

G3RT

G3RT è nato durante una malattia.
Anzi è nato durante un periodo di cura di una malattia.

Per quasi due anni, ho trascinato le settimane tra
day hospital, esami del sangue, TAC, risonanze,
lavoro, riunioni varie
e, finalmente, il letto di casa.

La sera il letto mi sembrava una baia in cui ancorarmi.

E una sera,  come doveva essere,
G3RT è uscito dal pozzo della depressione in cui stavo affogando,
e ha cominciato a scrivere.

Nel tempo sono cambiati i toni,
gli argomenti e, in parte il modo di scrivere.

A colpi di accetta,
ho tagliato pezzi della mia vita
e li ho esposti,
senza un motivo preciso.

Forse perché dovevo sconfiggere la noia,
come suggerisce anonimo.

Forse perché dovevo riempire un luogo in cui incontrare qualcuno
assieme a cui combattere l'entropia.



 

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venerdì 7 dicembre 2012

L'ultimo viaggio

Ho guardato altrove, fingendo di non vedere
la tua mano tremare,
il bicchiere di birra che non riuscivi a portare alla bocca.

Quel giorno la mia macchina non partiva.

Ho telefonato ansioso a un amico
che mi ha prestato la sua auto
perché ti avevo promesso che sarei venuto a prenderti
perché sapevo che sarebbe stato l'ultimo viaggio
che avremmo fatto insieme.

Lungo i tornanti abbiamo guardato la pianura
e parlato del più e del meno, come sempre,
come se fosse tutto a posto.

Ho ingoiato lacrime,
forzato sorrisi
per far finta che tutto sarebbe tornato come prima.

Ma quel braccio che non riusciva a sollevare una singola birra...
Tu che fin da bambino eri sempre stato quello forte....
Cazzo! eri un toro eri..

Ti sei aiutato con l'altra mano,
hai bevuto come ti piaceva,
come è sempre piaciuto a tutti e due,
fin da quando aprivamo la spina
della botte del nonno,
e tappavamo l'imbuto col dito
e ci dividevamo il vino.

E intanto  io guardavo il barista:
se avesse parlato,
gli avrei tirato un pugno in faccia.

- Io non sto male
Mi hai detto.
Altre lacrime ricacciate in gola.

Pochi giorni dopo,
una notte,
mentre ti guardavo
gli occhi chiusi,
la testa rilasciata,
il cuore pesante,
ti si è fermato il respiro.

E io non ho ancora pianto abbastanza.
 

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giovedì 6 dicembre 2012

Domani non so.

Il coperchio che uso
per tenere a bada le mie tensioni 
ne accelera l'ebollizione.

A un certo punto il coperchio salta.

Tutto si riversa fuori.
Nel male e nel bene.

A volte nel peggio.

Oggi sto a casa.
 

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mercoledì 5 dicembre 2012

Viola

Sono tornato a casa
con un peso sul cuore
che mi trascina giù.

Tocco il fondo
della mia insania,
non riesco ad alzarmi.

La mia anima è un buco nero
dentro un buco nero
dentro un buco nero.

Non c'è coraggio.
Non più.
Né decisione o volontà.

Sono stanco e invecchiato
e per la prima volta debole
e incerto.

Ho bisogno di te figlia mia,
perché tu venga a salvarmi,
a togliermi da questo pozzo.

Con i tuoi occhi lucidi e riconoscenti,
per un complimento,
per un abbraccio e una carezza,
che ti avevo dato,
qualche tempo fa.

La vita che ti esplode dentro
si riversa fuori e mi contagia.





 

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martedì 4 dicembre 2012

Lavoro

Sciogliti nodo, perdìo!

L'ansia per domani
è pane quotidiano.

Schiavitù.


 

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sabato 1 dicembre 2012

La solitudine fa bene al cuore (un po' meno al fegato)

L'ultima bottiglia è aperta sul tavolo.

Riempiamo i bicchieri
in una notte
in cui parliamo
con la naturalità dei bambini.

Ecco, io ti capisco
perché non penso a quel che dici,
ma lascio che le tue parole mi attraversino, 
le assimilo, le rielaboro, le trasformo in pensiero.

E poi te le restituisco,
le parole trasformate,
i pensieri derivati,
come abbracci a un fratello ritrovato.

Io lo so che tu conosci
le notti come questa
dove la solitudine
diventa libertà
e la libertà
diventa umanità.
 

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Back home (from UK)

Cielo basso dopo la pioggia.

Tortellini in brodo.
Radicchio rosso tagliato sottile.
Pezzettini di lesso con nervetti.
Olio extravergine.
Sale (ovviamente).
Un po' di senape.
Due bicchieri di Tocai rosso.

Fra poco mi si chiuderanno le palpebre.
Meraviglioso.


 

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