Territorio

Smrt fašizmu, sloboda narodu!







giovedì 29 agosto 2013

era la mia terra


dai nervi induriti

dal tempo riaffiorano
immagini
e ricordi gravidi
di nostalgie,
di luoghi persi,
nel tempo,
distrutti dagli uomini
e ingenui affetti

estintisi

 

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lunedì 19 agosto 2013

Ass brain

Stupidità molesta.

Parole digitate al vento,
odorano di merda.

Tutti dicono tutto di tutti e tutto.
con la superficialità del deficiente.

Spero nell'estinzione.

Ora e per sempre.

Amen. 

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Che domenica bestiale

Dopo due giorni di pennelli
e di macchie da pulire subito
che altrimenti attaccano
e poi scrostarle è un casino,
e il nastro adesivo di carta
per proteggere gli infissi
che se si macchiano e dopo è un casino pulirli (peggio del pavimento),
e di mobili da spostare
avanti e indietro,
e la cucina da liberare
che almeno ci mangiano una pasta con l'olio,
perché cazzo, basta panini
voglio un pasto caldo
anche se fa caldo.

E allora!
E' da sabato mattina che andiamo avanti così,
come dei matti:
rullo, pennello, ritocco, goccia, macchia:

- guarda hai lasciato quella spalla da ritoccare
- si cazzo,
-  giusto
- scusa
- prego
- non avevo visto
- quanto manca alla fine?
- vaffanculo....che due coglioni
- voglio vivere nello sporco
- porcaputtana....

.........

Domenica ore tredici e zero zero,
siamo giunti alla fine ormai,
manca solo di miscelare il marrone
per il battiscopa "trompe l'oeil",
(lo scrivo così per darmi un tono , ma in realtà è una cagata per non mettere i battiscopa),
quand'ecco che l'espertone di pittura ,
il "te digo mi" del colore mi miscela una cagata,
un colore che definire cagata gli fa onore,
un color vomito spalmato
che se mi imbriago e rigetto lì vicino, nessuno se ne accorge....

Guardo il miscelatore esperto.
Anche lui mi guarda.
Se n'è accorto.
Vede i miei coglioni girare vorticosamente.
Sente il  Föhn  che ne scaturisce.

E' domenica porcatroia.
Non abbiamo altro colore per correggere.
Non possiamo procurarcene altro.

Mezz'ora di: "che si fa?"!

Ok , spalmiamo sta merda e chi se ne frega.

Dopo venti minuti di spennellamenti,
sentiamo da fuori,
il verso della tacchina che chiama.
Insiste.

Usciamo a vedere.
Un piccolo è volato oltre la rete.
Andiamo a recuperarlo e...
PORCATROIA... ci sono sette polli morti.

La testa staccata,
Le penne strappate.
Vaffanculo: la faina è passata in pieno giorno.

Porco qui,
Porco là
Porco e fuori...
..il povero innocente dio
(ma sarà innocente davvero? a sentire certi preti tutto è dovuto
alla sua volontà,  anche che la faina mi mangi i polli )
si è beccato di tutto.

Esaurita questa formalità (porco qui porco là)
già penso alla fossa che dovrò scavare più tardi con picco e pala,
alla situazione in casa col vomito da spalmare al posto del battiscopa,
ai pavimenti da ripulire,
ai libri da rimettere a posto previo spolveramento,
al tacchinone che s'è involato alle ore quindici
e che ho inseguito
per un'ora e mezza, in ciabatte infradito,
in mezzo alle ortiche e ai rovi,
sotto questo sole africano,
ai polpacci scorticati,
alle mani piene di spine,
e penso che di formalità da espletare
con dio
ne ho ancora qualcuna.







 

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giovedì 15 agosto 2013

Come bambini

Ci sono adulti che non crescono.

Nel trascorrere del tempo
riproducono lo stesso schema:
nemico-amico
buono-cattivo
ortodosso-eretico
nero-azzurro.

L'antidoto è
permetterci di amare
chi ci ama.


 

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mercoledì 14 agosto 2013

Attraversare i confini

Quando morirò
nessuno avrà parole di conforto
né qualcosa da dirmi
per alleviare l'angoscia.

Nessun dio e nessuna luce bianca:
i neuroni si spegneranno uno alla volta
a velocità esponenziale
e io, semplicemente, non ci sarò più.

 

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martedì 13 agosto 2013

La leggenda dell'egociccione parlante e del suo amico devoto

C'era un volta in un paese vicino vicino..
un principe, direte voi lettori destoblog.

Invece no: c'era una volta in un paese vicino vicino...
..un ciccione.

Era un ciccione particolarmente ciccione
e come tutti i ciccioni aveva la lingua cicciona
e, purtroppo, un ego ciccione.

Il ciccione aveva un grosso handicap,
o per meglio dire un handicap ciccione:
egli infatti, pur credendo di esprimersi in modo coerente,
parlava la lingua del luogo in modo improprio:
nemmeno sua moglie capiva che cazzo diceva.

Il nostro amico ciccione, però, a discapito di ogni logica,
aveva a sua volta un amico
che si vantava di aver raggiunto una certa età
senza essere diventato ciccione se non (toh) nell'ego.

Quando il ciccione parlava, il suo amico lo ascoltava,
beveva ogni sua parola come vino prelibato
e ne ripeteva il verbo,
fracassando le gonadi di tutti i primo, secondo, terzo e addirittura quatergeniti
del  paese vicino vicino in cui si svolge questa storia.

Il ciccione invece, quando l'amico parlava, non commentava,
ma poi, girato l'angolo, lo ricopriva d'infamia per la sua stupidità,
causando un certo sgomento tra gli astanti,
che non capivano chi cazzo parlava,  di cosa, perché
e a nome di chi.

Un bel giorno, o forse un brutto giorno, il ciccione osservando il cielo,
vide un certo numero di stelle (probabilmente cinque)
muoversi appena sopra l'orizzonte.

Le osservò salire verso lo zenith e gli parve di intuire...forse...una remota lontana
via...

L'amico fidato lo mise in guardia: "attento amico, quel che tu vedi è inganno fallace, la verità è altrove, usa la forza Luke..."

Ma il ciccione non si dette per inteso, o forse non capì,
perché,come ho già detto, non parlava bene l'Italiano,
(per non dire di  come lo scriveva)
ossia, ormai è tempo di svelarlo,
la lingua del luogo in cui si svolge la nostra storia.

E fu così che abbandonò l'antica casa per seguire le cinque stelle all'orizzonte.

Da quel giorno, di lui si perse ogni traccia, ma ancora oggi, per chi sa ascoltare con orecchio vigile e cuore puro, in qualche blog remoto, o in qualche discussione virtuale,  è possibile sentire l'eco delle immani cazzate proferite dal ciccione.

L'amico suo invece si ritirò a fracassare le palle su FB a tutti i suoi conoscenti, finché ad uno ad uno tutti i suoi contatti lo cancellarono.






 

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lunedì 12 agosto 2013

Tema: l'animale che preferisco (II)

L'animale che preferisco (II) è il leccaculo.

Mi piace il leccaculo perché mi ricorda alcune persone che conosco.

Queste persone, come il leccaculo, devono bere abbondantemente
a causa dei peli che rimangono attaccati a palato e gola e che rischiano di soffocarle.
Purtroppo esse bevono solo bevande peptiche,
rinunciando ai benefici effetti di sostanze psicoattive quali vino, the alla marijuana e infusi di peyote, mentre non disdegnano  altre situazioni psicotrope dagli effetti devastanti quali Telegiornali, Reality Show, Talk Show, Sport televisivo, Maratone di sit-com, Quiz prandiali etc. etc.

Particolarmente agghiacciante è la sua danza amorosa.
In tale circostanza, esso si pone prono davanti all'esemplare umano
sbavando e gemendo: "fa di me la tua larga intesa"!



 

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sabato 10 agosto 2013

Fes

E' buono l'odore delle spezie.
Potrei stare seduto qui,
tranquillo per un po' ad ascoltare
questo erborista che spiega
da dove arrivano e come si producono
tutti i "celai" che lui ce l' ha.

Eppure, mentre l'uomo mi racconta
che i semi da cui si ricava l'olio di argan,
sono raccolti dalle donne dei villaggi rurali
separando i semi dalla cacca delle capre
che hanno mangiato il frutto di una certa pianta
e cagato quindi il seme,
facilitando il lavoro alle donne,
(anche se personalmente non so,
se preferirei separare il seme dal frutto o dalla merda,
ma ad ogni modo non sono cazzi miei,
ché ognuno fa come meglio crede e magari
il frutto è pieno di spine e la merda è più morbida)
mi chiedo se mi sta raccontando una balla,
una bella leggenda
esotico-rurale
da riportare a casa soddisfatto.

La morale di questa storia sono due.
Primo: per fare il thè alla menta ci vuole la menta
Secondo: i profumi servono a coprire la puzza.
Terzo: chissà quanti soldi mi ha fregato il tipo.
 

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giovedì 8 agosto 2013

Dall'altro lato della terrazza

C'è un occidente ricco e decadente
e migliaia di turisti che passano
e guardano,
la miseria,
il dolore,
le deformità esposte,
i bambini appesi al collo a impietosire,
ad uncinare,
il tuo senso di colpa
perché per quanto povero in Europa
sei sempre ricco in Africa,
ricco e impotente,
perché così va il mondo
e ogni tuo sforzo di cambiare
è inutile
e l'unica cosa che puoi cambiare è,
inutilmente,
te stesso.

Forse.
 

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mercoledì 7 agosto 2013

Casablanca

In questa  città,
decaduta e triste,
muri imbiancati
e buganvillee
nascondono le baracche
di cartone e lamiera,
coprono la vista
delle bidonville.

Ma la miseria passa attraverso i muri
perché l'odore,
i muri,
non riescono a trattenerlo
e si diffonde nell'aria,
l'odore di merda e carbone
portato dalla brezza dell'oceano.

Perfettamente in tema,
dalla terrazza desolata
dell'unico ristorante aperto,
dietro il tribunale in stile moresco,,
vedo un uomo che arriva,
si arrotola i pantaloni alle caviglie,
si slaccia la cintura,
si cala le braghe
e caga.

Poi si pulisce il culo col giornale
con la carta copre la merda,
e piano piano
normalmente,
s'allontana.


 

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