La mia casa aveva muri di pietra.
Dal primo piano,
una scala a pioli,
e poi un'altra,
portavano ad un solaio aperto,
dal quale guardavo
le case attorno,
i tetti d'ardesia,
i comignoli fumanti
e, dietro, la montagna,
nella bruma autunnale.
Le case di contrada
avevano ballatoi di legno,
e portici di pietra ad arco
sotto i quali si disponeva la legna
e si torchiavano le vinacce.
E sul selciato,
bambini senza tempo,
giocavano con biglie
di vetro e ferro,
inconsapevoli del progresso appiccicoso
che li avrebbe masticati e digeriti
inesorabilmente,
qualche anno dopo.
Dal primo piano,
una scala a pioli,
e poi un'altra,
portavano ad un solaio aperto,
dal quale guardavo
le case attorno,
i tetti d'ardesia,
i comignoli fumanti
e, dietro, la montagna,
nella bruma autunnale.
Le case di contrada
avevano ballatoi di legno,
e portici di pietra ad arco
sotto i quali si disponeva la legna
e si torchiavano le vinacce.
E sul selciato,
bambini senza tempo,
giocavano con biglie
di vetro e ferro,
inconsapevoli del progresso appiccicoso
che li avrebbe masticati e digeriti
inesorabilmente,
qualche anno dopo.
Mi ricorda diverse cose belle della mia infanzia, come la casa della nonna e i pomeriggi passati con gli altri bambini della via in cui vivevo a giocare con le biglie per strada.
RispondiEliminaGià, le biglie.....noi si giocava con quelle di terra cotta che non duravano un granché ma avevano il vantaggio dell'autoproduzione: la terra che si usava era la stessa atta a curar le ferite delle piante o nostre, vene verdi o bianche nei solchi di aratura.
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