Lo sappiamo noi che questa merda che mangiamo non è vita, non è niente, niente, non è cibo, non è niente che valga la pena.
Eppure ci stiamo attaccati, con le unghie piantate nella pietra, cercando in ogni modo di produrre endorfine sufficienti a tirare un'altra notte, in bianco o russando, con un'occhio aperto e la mente spenta, un'alba, una mattina, un sole a picco rovente e mortale, una sera sudata e un'altra notte.
E tu stronzo, con quella cravatta da coglione, quel capello pettinato, l'occhiale del mona, nemico del pensiero, tu che cazzo hai da essere contento....
E intanto se ne è andato un'altro pezzo, perso per sempre, vaffanculo.
lunedì 29 agosto 2011
sempre la stessa storia
Pubblicato da
G3RT
alle
21:31
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