Hai in mente l'uomo fuori dall'aeroporto,
sotto il sole che picchia,
avanti e indietro alla rotatoria o al semaforo,
dalla prima macchina all'ultima della breve coda,
a cercare un ricavo
funzione della variabile "endorfine in circolo"
lungo i nervi degli automobilisti,
mentre la mano maneggia con destrezza
e svuota in un barattolo gli spiccioli raccolti,
e chi lo guarda forse si chiede
quanto guadagna e quanto mangia
dove dorme e dove ha lasciato il braccio mancante?
E ti ricordi
la ragazza magra
che passava le giornate
chiedendo passaggi
ogni giorno sulla stessa strada
inverno ed estate
andando e tornando da un luogo di leggenda
e poi improvisamente sparì
e scoprimmo tempo dopo
che fu investita lungo il ciglio di quella strada
che aveva percorso per anni
in autunno e in primavera?
E quella volta che trovammo il nostro amico in delirio
dentro la macchina che non ricordava chi era
e rideva e rideva
e poi si perse
e fu trovato dentro un fosso
a pochi chilometri da casa
in stato confusionale dicevano
e poi da grande uccise sua madre
e fu rinchiuso
in manicomio criminale?
Macchè karma o destino, è questo mondo di merda che non ha spazio per i propri figli!
come no? barattoli fossi e manicomi. hai volgia quanto spazio...
RispondiEliminaNon è il mondo che non ha spazio per i suoi figli, sono i figli che pretendono di avere un posto proprio e in tal modo di negarlo agli altri oppure, come dice il pessimo, agli altri dona posti “alternativi”. L’importante è che siano abbastanza lontani da non vederli.
RispondiEliminaIl destino non esiste.