E mi ricordo anche dell'odore acre di chi non si lava, perchè l'acqua si prendeva alla fontana in due secchi di rame, uno per lavare e uno per bere e cucinare, e si mettevano sotto il lavello di pietra chè il marmo è un lusso che non ti puoi permettere lavorando al Pignone con sei figli da mantenere e la moglie quasi sempre ciucca.
E quando venivo a casa tua mi sedevo a fatica, e bevevo un bicchiere d'acqua, schizzinoso, perchè la casa era proprio sporca e c'era sempre questo odore di gente che caca nella latrina troppo vicina a casa, che oggi l'asistente sociale ti darebbe in affido te e tutti i tuoi fratelli e sorelle, ed era l'Italia di 40 anni fa, mica le favelas Brasiliane.
E anche io fui a rischio, anche se casa mia era pulita, e il cesso era distante da casa e l'odore non c'era, ma poi la nonna pagò l'ufficiale sanitario per chiudere un occhio. E lui lo chiuse e restammo in quella casa e il nonno costruì un bagno con la vasca e il docciatore che pareva un telefono e i vicini vennero a vederlo.
Beh si, mi ricordo che nevicava e io avevo una slitta, di ferro e plastica gialla, e andammo insieme in cima a quel prato e ci lanciammo in due io davanti e tu dietro e filavamo come treni e poi ci scambiammo di posto, e mi ricordo il tuo passamontagna blu, impregnato di quell'odore che c'era sempre a casa tua, appunto.
E fu proprio per quell'odore e per la tua famiglia disprezzata dal mondo e per la mia differenza da te che decisi che saremmo diventati amici.
E quando venivo a casa tua mi sedevo a fatica, e bevevo un bicchiere d'acqua, schizzinoso, perchè la casa era proprio sporca e c'era sempre questo odore di gente che caca nella latrina troppo vicina a casa, che oggi l'asistente sociale ti darebbe in affido te e tutti i tuoi fratelli e sorelle, ed era l'Italia di 40 anni fa, mica le favelas Brasiliane.
E anche io fui a rischio, anche se casa mia era pulita, e il cesso era distante da casa e l'odore non c'era, ma poi la nonna pagò l'ufficiale sanitario per chiudere un occhio. E lui lo chiuse e restammo in quella casa e il nonno costruì un bagno con la vasca e il docciatore che pareva un telefono e i vicini vennero a vederlo.
Beh si, mi ricordo che nevicava e io avevo una slitta, di ferro e plastica gialla, e andammo insieme in cima a quel prato e ci lanciammo in due io davanti e tu dietro e filavamo come treni e poi ci scambiammo di posto, e mi ricordo il tuo passamontagna blu, impregnato di quell'odore che c'era sempre a casa tua, appunto.
E fu proprio per quell'odore e per la tua famiglia disprezzata dal mondo e per la mia differenza da te che decisi che saremmo diventati amici.
Questi tuoi ricordi , mi riportano lontano, quando andavo alla e elementari. Anch'io vivevo in montagna e avevo una slitta, di legno però.
RispondiEliminaA scuola c'era la riproposizione delle classi sociali. Io stavo a metà, ero ammessa anche a casa dei i figli del dottore, ma non proprio alla pari.
Poi c'erano delle bambine più povere : una veniva tenuta lontana perché non aveva la merenda come gli altri, ma un panino con gli avanzi del giorno prima che emanava un certo odore di baccalà.
L'altra era un po' scura di pelle, forse non proprio pulita, aveva sempre il grembiule spiegazzato, senza fiocco e niente calzini candidi, come quelli della bambina dalle trecce bionde, figlia dei padrone della segheria.
Mia mamma mi chiedeva di invitare a casa la bambina dalla pelle scura e ci preparava una tazza di cioccolata calda.
Mi è sempre piaciuta mia mamma, mi ha insegnato a vivere.
E anche la scuola pubblica mi piace, perché ci vanno tutti non solo pochi, ma buoni e si impara a vivere.