Territorio

Smrt fašizmu, sloboda narodu!







lunedì 26 dicembre 2011

Gli infami

Hai percorso la tua strada, sempre la stessa, per tutta la vita e l'hai chiamata "l'unico mondo possibile".
Sei stato spietato, avido, perso nella nebbia del progresso, ignorante del resto del mondo, spaventato da ogni minima diversità, carnefice dei tuoi genitori e figli.

Mi guardi come si guarda un "ritardato", mi compatisici e mi dici convinto che non c'è nulla da fare, che le cose vanno così, così son sempre andate e così andranno sempre, e io ti guardo e ti credo, perchè per te le cose, effettivamente, sono andate così, e così andranno sempre.

Ma mentre ti ascolto, vedo il tristo mietitore al tuo fianco con la mano posata sulla spalla e la falce in mano.
Quanto ti resta da vivere? Cinque, dieci, quindici anni?
Pensaci, stronzo, se vale la pena di sprecare quest'ultimo minuto di vita senza un pensiero diverso, ad accumulare denaro che lascerai su questa sponda del fiume, assieme alla rovina e al saccheggio a cui hai partecipato.

La tua generazione è la peggiore di sempre: per voi nessuna pietà.

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domenica 25 dicembre 2011

Fortuna che natale è finito

T'alzi col mal di stomaco, rimuginando se siano state le tre bottiglie di vino bevute a cena la vigilia (non da solo ovviamente) o un residuo di ansia lavorativa o la testa del pancreas che picchia contro il fegato probabilmente ingrossato da disordini alimentare, di vita e mentale di cui non riesci a liberarti.

Sono i prodromi di una giornata dove ogni cosa che fai è sbagliata.

Di natale non ti frega, anzi, lo trovi fastidioso, con quelle luci spazzatura alle finestre o lungo le ringhiere delle scale o tese da un lato all'altro della strada, gli alberi di plastica, gli auguri, i baci e le strette di mano che tu vorresti dire ma guarda che io non sono cristiano per cui non mi fare gli auguri, ma poi è un casino e tutti si aspettano che tu apprezzi gli auguri e alla fine prendi 'sta mano e la stringi e va bon...cazzo è andata così, e la pace nel mondo e gli occhi dei bimbi e siamo tutti più buoni un par di palle (che luccicano appese all'albero di plastica di cui sopra).

Però i regali tocca farli perchè i figli qualcosa si aspettano cazzo e tu mica sei un mostro senza cuore. Però anche qui fai la tua cazzata. I regali sono in numero disuguale...cioè un figlio ha dei regali in più, hai sbagliato i conti...robe da sprofondare.

Mi è anche caduta in terra la macchina fotografica con cui stavo scattando in giardino e si è rotto l'obbiettivo....

Speriamo che i Maia abbiano ragione.

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sabato 24 dicembre 2011

freddo

Il cielo è limpido,
la luna una curva sottile.

L'olfatto è un viaggio nel tempo.
Stesso odore nell'aria,
stesso buio
illuminato da qualche raro lampione,
stesso gusto per arrivare.

Le luci si spengono e la strada entra nel bosco.
L'ultima casa accogliente aspetta.
Un fuoco chiama a scaldarsi.

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venerdì 23 dicembre 2011

resta là

C'è un limite oltre il quale non ti puoi avvicinare.
Si chiama spazio prossemico.
Se non lo rispetti, non rispetti me.
Se lo invadi senza accorgertene, sei un cafone.
Se te ne accorgi e ciononostante avanzi, sei un prevaricatore.
Mi costringi a pisciare negli angoli, come i cani che marcano il territorio.
Attento, al prossimo passo dovrò azzannarti alla gola.


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giovedì 22 dicembre 2011

parassiti

Cammino a ridosso dei muri, lo sguardo fisso davanti a me, per non vederli e non pensare che l'unica cosa che rimane è sopravvivere agli zombies, a chi li ha evocati.

Le parole che dico formano una lingua aliena che passa silenziosa e inascoltata tra un prosecco e uno spritzone, una birra e un rutto, una scoreggia e una bestemmia e l'ultima macchinina comperata a strozzo, una pista e una pasta.

Forse hai ragione tu quando mi dici che, a capire, occorre arrivarci per ragionamento e non per fame, ma non riesco a non augurare la fame a questi figli di maria e cugini del grande fratello.

E tu a insistere che come i neanderthal dell'età della pietra, questi di oggi sono residui colpi di coda dell'età della merda.

Invece a me sembrano più veri che mai.
E sempre più voraci.

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martedì 20 dicembre 2011

verso casa

Novembre in ritardo.
Fino a ieri le piogge hanno riempito i fossi e le rogge, ed oggi il vento ha spazzato via nebbia e fumo e portato scintille gelate di inverno.

Guidando, dietro le luci arancioni di una zona industriale e i fari sparati su insegne sei per quattro, riesco a vedere le stelle.

Fa freddo.
Le mani sul volante, il cappotto allacciato, la strada scorre veloce così come scorrono rapidi i pensieri.

Sento voci che chiamano, nell'aria stranamente pulita.
Fra poco sarò di ritorno, tienmi in caldo il tuo cuore.

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domenica 18 dicembre 2011

cibo?

Da dove cazzo arriva l'insalatona?
Tonno, mais, olive, capperi, mozarella, uova, CUORE DI PALMA!!!(ma che cazzo è il cuore di palma?).
Di peggio penso che ci sia solo il panino caldo col prosciutto crudo scaldato assieme al pane....oh...il crudo caldo...ma cazzo è cotto!!
Si chiama crudo e tu me lo hai cotto!!!
Barista del cazzo ti devono togliere la licenza!!
Ma cazzo, possibile che non si riesca più a mangiare un panino NORMALE?
Pane fresco e mortadella, o prosciutto cotto, o pancetta, o coppa, o formaggio e un cabernet, chiedo troppo?
Devo bere per forza quella schifa dolce arancio prosecco di infima provenienza tagliato medio-alcolico colorato che costa 50 cents e lo fai pagare 5 euros?
Ma vaffanculo te e l'happy hour.

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sabato 17 dicembre 2011

Pubblicità progresso

Il tuo culo non è un bene comune, difendilo.

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giovedì 15 dicembre 2011

Ora di merda di una notte insonne.

Nodo allo stomaco per centoun motivi diversi.
Sempre più fatica.
Sempre più pesi.
Sono incatenato a un remo, imprigionato nella vita.

Dietro le sbarre di questa galera spunta l'alba.
Oramai è mattina.
Fra meno di un'ora tocca alzarsi.
Oggi sarà dura.

Si aggiunga che sono anni che nessuno sta più in silenzio.

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domenica 11 dicembre 2011

ama il prossimo tuo

Ira è il mio nome, per le tutte le volte che mi avete imbavagliato per non disturbarvi l'ascolto del calcio minuto per minuto.

Rabbia è il mio nome, per tutte le lacrime che ho ingoiato quando guardavate divertiti mentre mi buttavano fuori dal bar per non consumare abbastanza.

Odio è il mio nome, per quando i vostri figli raccomandati hanno preso il mio posto di figlio di nessuno.

Poi il tempo è passato e ho imparato ad attraversare il vostro giudizio e ho comprato una cravatta nuova per provare ad affrancarmi, ma purtroppo per voi non serve a niente: mi pende dal collo come pende l'impiccato dal cappio.

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giovedì 8 dicembre 2011

grappa bocchino

A ben vedere, quello che costruiamo, il senso, la direzione che diamo alla nostra vita è un tentativo di riparare guasti accaduti, da noi provocati o subiti o di cui siamo stati testimoni in passato.
Volti perduti, persone amate o odiate chissà per quale motivo, nomi che riaffiorano, capitoli di un libro che ognuno scrive e legge in modo diverso.
Non esiste riparazione.
La vita non è scritta a matita.

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mercoledì 7 dicembre 2011

via crucis

Oggi ottocento, mille domani, più altri ancora il giorno dopo.
Chiude una fabbrica, fallisce un'altra, un'altra delocalizza, una vende.

Come a Buffalo Bill, ti presentano i tuoi cinquant'anni, ma senza contratto col circo a girare l'Europa.
Niente da firmare, niente alternative, niente da immaginare.
Hai perso smalto, vista, denti, capelli e ti trovi a competere con ragazzini che potrebbero essere tuo figlio e, finalmente, ti chiedi:"che senso ha"?

Nel primo mistero doloroso si contempla l'arrivo della cassa integrazione, nel secondo la procedura di mobilità, nel terzo resti da solo a mangiare antidepressivi per colazione pranzo e cena e infine ti appendi perchè ti vergogni e non sai più che cazzo fare per portare a casa due lire e la pistola non ce l'hai e il suicido assistito non te lo puoi permettere.

Così, come la morte, ti appare ineluttabile il futuro.

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martedì 6 dicembre 2011

Addii

Lunghi aghi piantati nella memoria.
Brucio vecchie foto che il tempo deteriora.
Fonte di dolore: prega per te stesso.
Per quanto mi riguarda sono autosufficiente.

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venerdì 2 dicembre 2011

sogno o son desto?

Stai per un po' senza guardare arma fine di mondo e quando ti ci affacci di nuovo, ti sembra impossibile di vedere tante facce di merda tutte insieme e tutte di seguito a spiegare l'inessenza e a rubare il pane dalle nostre bocche di spettatori imbecilli.
E' come rientrare nella realtà cazzo! Tu ti illudi che le cose cambino, invece ti eri solo disconnesso per un periodo.
Ricomincia l'incubo.

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giovedì 1 dicembre 2011

Renato

Muso di animale
Faccia di bambino rugoso
Bocca a buco di culo
Pappagorgia flaccida
Si guarda allo specchio
Si vede bello
Vomita bla bla bla
Vecchio coglione pieno di sè

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