Territorio

Smrt fašizmu, sloboda narodu!







domenica 31 luglio 2011

autobugie

Non sarà la tua vacanza alternativa a cambiare il mondo, non il fatto che deciderai di mangiare seitan il martedì, non l'attivismo bulimico sui social network, non la musica più o meno incazzosa che ascolti, non le parole d'ordine che ripeti al tuo specchio, non l'acqua di rose che scambierai per sangue.
Non cambieranno il mondo la ripetizione di rituali inconsapevoli, le autocelebrazioni, la perpetrazione con altri stili del modello dominante.

Il mondo cambierà in meglio quando smetteremo tutti di essere approssimativi e indolenti e useremo consapevolmente con precisione le parole.

Solo allora la parola alimenterà l'agire.

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sabato 30 luglio 2011

muto

Stasera cambierei il giallo col nero, il suono con il silenzio, i pensieri con la carne, le parole con le pietre.

Annuso il deja vu, ma proprio appena appena, qualche traccia: molecole di feromoni inerti tra la polvere sul tappeto, di nuovo sospinte in aria da una folata di vento.

E, nonostante tutto, io sono l'animo cupo che è orgogliosamente solo, sono il suo "malgrado", sono il crepuscolo, l'imbrunire, la notte che spaventa, l'alba che non arriva mai.
Sono le parole che rotolano e travolgono e non lasciano scampo, quelle che poco fa ho permutato con sassi.

Sono i lavori in corso dentro la mia vita, buchi lasciati dal tempo.
Sono erba che cresce ai bordi dell'asfalto, sono i ricordi di Smirne, sono una antica città morta che rinasce di notte, sono l'alba che arriva, infine.

Sono l'umidità del mattino che bagna i piedi e rinfresca.

Sono il cambiamento: già pronto a cambiare àncora.

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venerdì 29 luglio 2011

come un cadavere vivo

Anche i morti contribuiscono al PIL.
Lo fanno sia da neo-morti (funerale, cassa da morto (ehehehe appunto), lapide, annunci, fiori, telegrammi, prete etc.) sia da esperto estinto di lunga data (mautenzione delle tombe, fiori, visite al cimitero etc.).
Ogni cadavere, dalla sua nascita (come cadavere, ossia dalla morte come individuo) alla sua morte (coma cadavere, ossia quando nessuno, burocrazia compresa si ricorderà di lui/lei, ma forse anche oltre) "muove" sicuramente (almeno) qualche migliaio di euro.

Ahhh...che figata!
Vivo in un mondo che misura il proprio benessere contando i morti, i feriti, il tempo delle ambulanze in strada, le cure per chi si è beccato un cancro, gli psicofarmaci che tranqullizano un terzo della popolazione occidentale, i chilometri di asfalto gettati, i quintali di cemento impastati, i milioni di metri quadrati di terreno fertile evaporato, le pallottole sparate dagli assassini, le bombe esportate per scopi umanitari.

E' tutto uguale, non c'è misura della qualità, non c'è bene e non c'è male: le ore di lavoro del medico pesano nel PIL quanto quelle del boia.

Non voglio essere misurato per quello che produco, per quanto tempo lavoro, per quanto denaro guadagno, per quanto consumo, per le risorse che brucio.

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martedì 26 luglio 2011

contro la desertificazione delle menti

Ci sono penseri che vanno serviti freschi, meglio se appena germogliati.
Altri invece vanno coltivati e lasciati maturare a lungo prima di essere condivisi.
I pensieri non si buttano via, se proprio non si sa come usarli si mettono da parte per momenti futuri.
Occorre avere menti fertili, occhi aperti, orecchie tese e cervelli allenati, non dormire, stare in guardia, rimettersi in discussione, cercare sguardi nuovi e nuovi punti di osservazione, nuove persone, altre visioni, mischiarsi, scavare, rotolarsi nella polvere.

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domenica 24 luglio 2011

domani

Il tempo appesantisce i pensieri, appanna i riflessi, raggrinzisce le idee, incancrenisce i comportamenti, cicla ad infinito le esperienze.
Infine tutto si riconduce ad un solo unico punto e il pensiero, il riflesso, l'idea, il comportamento e l'esperienza sono una sola unica totale comune non esistenza.
Ciononostante, fino all'ultimo respiro, fin che c'è fiato, ruggisce la rabbia, esplode, da dentro, e scalcia e scalpita e non si rassegna.
Diventa lucida e feroce perchè non c'è niente da perdere.

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giovedì 21 luglio 2011

carlo

Passano sul net e sulle tv immagini di Genova dieci anni fa.

C'è un fratello più piccolo, in braghe e canotta, riverso per terra.
Ci sono mio figlio, o mia figlia, un filo di sangue e di bava all'angolo della bocca, gli occhi che guardano e non vedono, lo sguardo che si spegne, il respiro che si ferma, l'anima che evapora.

Cosa avrà pensato, che domande avrà fatto, qule stupore o angoscia o meraviglia c'è stata a quel capo del filo?

Quel giorno, qualche italiano ha applaudito, qualcuno ha distolto lo sguardo, qualcuno ha lasciato la sua indignazione da spiaggia sul banco del chiosco, dimenticata vicino al bicchiere di birra.

Poi, come sempre, il tempo cambia i ricordi e gli eventi, la storia viene riscritta, noi scivoliamo dietro la linea d'ombra e non siamo mai esistiti.

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martedì 19 luglio 2011

che si deve fare

Scrivo del tempo che passa e intanto il tempo evapora.
E' così che mi trovo da solo: di quella solitudine che non mi piace.
Non la solitudine cercata per parlare con gli altri me.

Io da una parte.
Famiglia e gli amici dall'altra.
E un cuore inaridito.

Ricordi e sorrisi.
Mi piacerebbe sentire il mio cuore palpitare per pensieri che affiorano che con le parole non riesco a dire.

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domenica 17 luglio 2011

per imparare

Se arrivasse la tempesta di sabbia, che oscura il cielo e porta con sè le cavallette e le rane e toglie il respiro, se sorgesse dal mare l'uragano e facesse ricadere i pesci sopra la mia testa, se l'acqua coprisse la terra e restassi aggrappato ad un tronco, se il terremoto smuovesse la terra sotto i miei piedi, sarebbe bello sopravvivere abbastanza a lungo senza provare paura, per assaporare la meraviglia, per spalancare gli occhi stupiti, per vivere un solo minuto di consapevolezza.

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venerdì 15 luglio 2011

vedrai vedrai

In sottofondo brusìo televisivo.
Accento televisivo-romanesco.
Insopportabile.

Girando attorno a due pensieri, mi avvito.
Un po' di silenzio pleaze.
Stavo pensando, prima di essere distratto, e a dirla tutta, sono anche stanco di pensare per il cazzo.

Agli umani piace il rumore.
Ci si annegano dentro e vi annegano i propri vuoti.
Vuoto di pensiero, vuoto di sentimento, vuoto di volontà, vuoto di coraggio, vuoto di vuoto come una marca kitsch di vino.
In questo posto qua, il vuoto si fà spazio.
Fastidio.

Sarò il sassolino che ferma l'ingranaggio che fa girare il motore che fa viaggiare la macchina che vorresti guidare.

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mercoledì 13 luglio 2011

Il governo, la borsa e io.

Supponiamo di essere in tre: tu io e un tizio.

Supponiamo che tu mi dia una sberla, in nome della nostra amicizia (?!!?) e che il tizio applauda.
Poi supponiamo che tu me ne dia un'altra, in nome del comune benessere, e che il tizio applauda di più.
Poi supponiamo che tu me ne dia una terza, in nome di un futuro migliore.

Supponiamo che il tizio cominci ad esaltarsi e a un certo punto ti chieda di darmi sberle con una certa costanza, per salvare la barca che affonda e la vita di tutti, magari provvedendo ad aumentare la dose ogni certo tempo che passa.

Che dovrei pensare?
Sicuramente nè tu nè lui siete miei amici.
Sicuramente sarei un coglione a farmi prendere a sberle.

O no?

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sabato 9 luglio 2011

naufragio

Guardo la faccia segnata da rughe e gonfiori, barba lunga e sguardo vacuo dietro il basculante delle palpebre.
Nessuno mi aspetta, non devo niene a nessuno, nessun impegno, nessun programma mattutino, pomeridiano o serale.
Eliminati gli orpelli sociali, nemmeno mi vesto o mi lavo, lascio che il tempo, trascorra in mutande senza di me.
Sono fermo, immobile nel mare latteo del caldissimo nulla.

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venerdì 8 luglio 2011

come se piovesse

La pioggia porta il silenzio
lava via il rumore dalle orecchie
spegne l'odio, la calura e il sudore
sciacqua le voci flautate degli imbonitori da sagra
dilava i rifiuti
dilegua gli stronzi (che ci lascino in pace!)
rinfresca l'aria
fa crescere l'erba.

Che piova perdio!

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slow down

C'è un periodo, o due o tre, della vita in cui si corre così veloci che la propria ombra non resta attaccata al piede.
Si corre tanto (e tanto velocemente)da immaginare che la morte non riuscirà a raggiungerti.

Così veloci che la vita si muove all'indietro portandosi appresso tutto quello che amavi, hai amato, apprezzato, pensato, detto, benedetto.
Corri mangiando, corri da fermo, corri seduto, corri dormendo.
Sogni di correre. Pensi che devi svegliarti e rallentare e corri a svegliarti e ti svegli di corsa e corri via.

E così, a un bel momento, ti rendi conto che hai corso, hai corso tanto che nemmeno i tuoi pensieri ti hanno seguito, le parole che hai detto sono rimaste indietro e non le vedi più e non le ricordi più.

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domenica 3 luglio 2011

senza retorica

Uno - Difendere la terra non è un crimine.
Vedo i telegiornali e l'informazione nazionale sbattere e montare la tiritera su: black blok, violenti, antagonisti, militantideicentrisociali, anarco-qualchecazzo-isti e qualsiasi altra fashion-sigla-del-momento si voglia appiccicare addosso a chi si oppone alla società della devastazione.
Nelle teste e nei cuori di chi è andato ogg in Val di Susa a riconquistare un pezzo di terra rubato, ci sono convinzione, tensione morale, pensiero politico e interpretazione dello spirito del tempo che, in modo analogo animò i ventenni del 43.
Questi ragazzi dai 4 ai 90 anni, sanno che se le cose vanno fatte da sè perchè nessuno la fa al posto tuo. Chiamarli criminali è da criminali.

Due - Continuano a non voler capire.
Dei politici di destra non me ne frega un cazzo. Dò per scontato che siamo su sponde opposte. Quelli di sinistra invece devono solo vergognarsi per voler cavalcare i movimenti quando i partiti sono deboli e in stato di necessità e poi stare inevitabilmente sempre dalla parte dei forti quando si sentono aappena appena meglio. Non hanno capito dove andrà il mondo. Non vedono il fuoco greco che sta per bruciare (se non oggi presto)l'Europa monetaria; non sentono l'aria fresca che invoglia le persone ad uscire dal calduccio di merda in cui sono state relegate per anni di rincoglionimento nazionale.

Tre - Ognuno parla per sè.
I movimenti non hanno padroni nè portavoce.
Grillo è nessuno.
Approfittiamo della sua visibilità per essere visibili, ma ricordiamo sempre che di lui si può dire che votò Berlusconi. Di noi no.

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