Territorio

Smrt fašizmu, sloboda narodu!







domenica 26 giugno 2011

complimenti per il buon gusto

Ho già scritto che dalla finestra di camera si sentono i suoni della pianura come ad averla dentro casa.
L'onda sonora sale verso l'alto purtroppo, e quindi anche l'orchestra di liscio che stasera intrattiene i miei compaesani, si da da fare per sfondarmi le orecchie e far girare i marroni.
Sopporto come si sopporta una seccatura, un vicino innocuo ma molesto, un male di stagione.
Mi chiedo tuttavia cosa spinge i suonatori a lanciarsi con basso, tastiere, chitarra, voci e tanto di batteria in rivisitazioni ketchup della Turandot.
Ma, perbacco, dico io, tra il fumo del fritto e le ciambelle oleose e lo zucchero filato rosa, non ci si può acconentare di musicare rime baciate e cantare dell'amore in barchetta e delle mamme che piangono sempre?
Non sarebbe preferibile acconentarsi di rovinare le poche canzoni decenti della muscia leggere italiana tipo.....al momento non me ne viene nessuna...?
Occorre proprio saccagnare in questo modo il povero Puccini?

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mai stati bambini?

Il bambino ingiuriato, piange, scalcia, esplode, urla la propria rabbia, strepita. Deriso, impotente, giace ancora sul lato sbagliato della vita. Per questo giura vendetta.
Un giorno sarà abbastanza cresciuto per farla pagare ai grandi, grandi per niente, agli stronzi mentitori raccontafrottole.
In quel momento tutto l'universo è odio: non c'è colore, non luce, non via d'uscita, ma odio, maledizioni e rabbia immensa.
Passa il tempo, i giorni, i mesi, gli anni e l'ira si stempera, la rabbia si affievolisce, il bambino non è più bambino: adesso giace sul lato sbagliato della vita, assieme ai grandi, grandi per niente, agli stronzi mentitori raccontafrottole.
Il bambino si sveglia nel corpo di un grande, grande per niente, mentitore, stronzo, cacciapalle.
Per un attimo il grande, grande per niente, prova rabbia, scalcia, si sente ingiuriato, deriso, svilito, per un istante ricorda.
In quel moneto l'universo è un lampo di odio e rabbia.
Tutto nasce da lì.

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venerdì 24 giugno 2011

qual

Ho bruciati i trucchi, ho scartato gli incipit, ho sentito frasi pensate altrove da altri, ho letto da estraneo pensieri estranei di estranei, mentre andavano in direzioni opposte alla mia, al lavoro, a divertirsi, a lasciar passare il tempo in un parco seduti su una panchina, a passeggio la domenica in un centro commerciale, avanti e indietro a guardare le vetrine ma almeno fa caldo e non tocca di stare in casa davanti alla scatola della cacca colorata parlante, perchè in effetti, a pensarci, qualcosa di peggiore possiamo sempre trovare per consolarci di essere nella merda.

Non ho barattato niente di me per un capo griffato, per una macchina o chissà che altro di inutile, anzi ho resistito e ribattuto una sberla alla volta ad ogni sberla ricevuta, perchè la guancia vaffanculo, la guancia porgila tu.

Eppure meglio lasciarsi dietro, alle spalle, invisibili, questi giorni e le mattine che li seguono senza percezione della differenza, che ieri era il giorno prima e il giorno che è seguito è ancora ieri.

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veri cuul

Guarda queste pesche che forma che hanno.
Schiacciate ai poli come non avevo mai visto.
Sono eccentriche, sono strane, si vendono meglio, non sanno di niente, vanno di moda.

Mia nonna aveva un albero di pesche pelose, piccole e amare.
Non ricordo adesso se il pesco era alto perchè noi eravamo bambini, ma il sapore amarognolo e dolce quelle pesche piccole e pelose mangiate seduti sui rami o raccolte da terra, che niente si butta e niente fa schifo, me lo ricordo bene.
Non mi è mai più capitato nel seguito di questo passaggio inutile sulla terra, di trovare pesche così e mi chiedo se quell'albero fosse l'unico albero o l'ultimo superstite di una razza di peschi sbagliati, troppo piccoli, troppo pelosi e troppo amari per essere cool.

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domenica 19 giugno 2011

manca solo viva la foca

amisciii padaniii sprrrutt...noi sce l'abiamo dürooo e persciò chiediamo quasdro miscteri al norrrd...e la riforma fisscale...e i negher..brooot..fö ra dai bal...e i cuminisctiii son curnuti.....spruut..è colpa dei terroni...vogliamo...sprut...magnare anche noi....bona lè..ciapa sü el panetun e scapa via....secessiun...berssciiani curnuto anca lü...va da via el cü....sciaf sciaf buuurp....mi go paüra de nisüun...

bo-ssi bo-ssi bo-ssi bo-ssi!

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sabato 18 giugno 2011

che fiato!

Lo dico chiaro per farmi capire bene: se CISL e UIL minacciano scioperi e ricorsi alla piazza, vuol dire che si stanno cagando addosso.

E' bastato un venticello primaverile, un'annusatina all'aria che tira per vederli cercare una via di fuga dalla situazione di connivenza in cui si sono cacciati.

E mentre si agitano nella ricerca, lasciano colare la merda di cui si sono nutriti per anni, quando ci raccontavano che le porcate e gli "accordi" fatti e i SISSIGNORE detti arrogandosi il nostro nome erano per il nostro bene e "per il paese".

"Riforma del fisco o sciopero!"
Ahahahahaha: mi sbellico dalle risate: cercano di imbrogliarci un'altra volta, vogliono saltare dal carro del perdente.
Lo stanno facendo loro e lo fa anche la lega nord.

Dimenticano che chi si è nutrito di merda ha l'alito pesante.

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venerdì 17 giugno 2011

Incattivito

Immagina di avere due capi.

Il primo racconta barzellette che non fanno ridere, ti palpa il braccio con stretta da polipo per zittirti e parlare al posto tuo, dicendo peraltro cose imbarazzanti  che l'occasione non permette di smentire , invade il tuo spazio intimo con la sicumera del padrone e il sorriso compiaciuto, si circonda di servi e ti tratta da servo.

Il secondo invece di parlare, o emette suoni incomprensibili, o si esprime a gesti quali il manico di ombrello, le corna, il pollice verso, enuncia raffinate analsi politiche quali: "stronzo" o "fora dai bal" o "a casa".

Ecco, tu che hai un po' di amor proprio, immaginati in quelle condizioni, pensa quanta bile dovresti ricacciare in gola in attesa di tempi migliori, pensa a quanti rospi dovresti ingoiare, pensa quanto incazzato saresti.

E' probabile che tornato a casa picchieresti la moglie o il marito o i figli o anche tuo papà o tua mamma per la rabbia e la frustrazione: come si fa quando da incazzati si spaccano i piatti.

Adesso immagina di essere minstro dell'interno e di avere a portata di mano, anzichè la tua famiglia, qualche migliaio di profughi e di migranti su cui accanirti...

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martedì 14 giugno 2011

lo scudetto


Martedì post-referendum.

Rrrrrridacchio nel vedere i  servi, che non riescono salire sul carro del vinctore,  prendere le distanze dal padrone.
C' è uno più grasso che urla: "l'avevo detto io!".
C'è un altro con la bava alla bocca; fa fatica, ma riesce a gridare: "cornuti!".
Qualcuno si è messo in disparte, e qualcuno è mandato a offrire il petto al fuoco nemico.
Qualcuno ancora stasera insiste nel dire che quel che è successo non conta niente.
Qualcuno, all'ultimo minuto ha capito che aria tirava e si è smarcato, salvando la faccia e forse anche il culo.

Ridacchio e ridacchio ancora. 
Ridacchio nel risveglio italiano dopo la sbornia da privatizzazioni e svendite del patrimonio collettivo durata più di venti anni.

Il messaggio è stato chiaro: non vogliamo la vostra visione del mondo e non vi vogliamo (fora di bal!).
 
E tu consolati, ti resta pur sempre lo scudetto...

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giovedì 9 giugno 2011

valore

Non do importanza al denaro, non ai beni materiali, non al possesso delle cose nè delle merci.
Non desidero possedere più di quel che mi serve per vivere con dignità e qualche volta, se posso, anche con agiatezza e perfino con qualche lusso.
Non provo piacere nel misurare la mia statura con la quantità di beni che sono in grado di accumulare.
Non mi appaga nutrire bisogni indotti con OGGETTI SEMPRE NUOVI (il maiuscolo vuole rappresentare l'ULTIMO GRIDO).
Non mi piacciono le automobili (tranne la FIAT 127 5 porte verde metallizzato della mia infanzia), non amo le moto, non mi piacciono le bambole gonfiabili nemmeno se apparentemente vive.

Praticamente, dal punto di vista della società in cui vivo da sempre sono inutile perchè ho "rinunciato" a combattere contro i miei simili per "migliorare" la mia posizione economica e di conseguenza non aiuto la "crescita", non "faccio girare l'economia".

L'errore di fondo è evidente: per decenni si sono associati i concetti di benessere, progresso e felicità con la ricchezza e il possesso di beni materiali. Per decenni questa associazione ha retto il modello di valori della società, col risultato che oggi il livello di infelicità, insicurezza e paura dei nostri simili ha raggiunto il massimo da quando io ho memoria.

Oggi però, spero di non sbagliarmi, un seme sta germogliando.
Sempre più persone si rendono conto che la loro propria personale felicità non è rappresentata dal paradigma descritto sopra.
Nuove parole stanno circolando a veicolare idee e modi di essere: sobrietà, ambiente, naturalità, consapevolezza, condivisione, comune.

E' vero, è falso, è un'illusione? Non lo so, ma sono convinto che oggi ognuno di noi è chiamato a essere libero e che la libertà è contagiosa.

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mercoledì 8 giugno 2011

non si butta via niente

La mattina, andando al lavoro,  ascolto la rassegna stampa su RADIO3.
Quando il conduttore è particolarmente noioso, come questa settimana, mi tocca saltellare qua e là sulle fequenze,  per non riaddormentarmi alla guida.

Stamane una nota radio confindustriale trasmetteva le parole di un certo Oscar Giannino, noto gagà egocentrico che veste come Gastone Paperone e che vanta diversi Master in economia (siamo a posto!!).
Sono stato folgorato da una domanda che l'emulo del fortunato papero ha posto.
Non ricordo il merito della questione, ma la forma è stata eccezionale.
Una domanda formata da uno o più periodi lunghissimi  e punto di domanda.

Mumble mumble mumble......

Alla fine ho capito come funziona:
a) si pensa una puttanata
b) la si articola come sopra esposto
c) la si rilegge
d) ci si accorge che è una puttanata
e) essendo pagati per riempire vuoti di tempo e di cervello, non la sibutta via, bensì ci si aggiunge un punto di domanda finale.

Come esempio ecco uno stralcio di editoriale dell'emulo a cui aggiugo io il punto di domanda.
Ancora eravamo alle prime notizie del tremendo sisma che si è abbattuto sulla costa nordorientale del Giappone, ecco che i sitieleagenzie italiane harnno iniziato a diffondere notiziesull`allarrne nucleare. Orbene, se allo stato degli atti una prima cosa si può dire, è che proprio la terribile intensità del fenomeno abbattutosi sul Giappone, ci consegna una nuova conferma del fatto che, in materia di sicurezza di impianti nucleari, i passi in avanti compiuti negli ultimi decenni sono stati notevolissirni, tali da reggere nella realtà dei fatti senza creare pericol i per ambiente epopolazioneproprio l`impatto di eventi terribilmente fuori scala, quale quello vericatosi e come prescrivono appunto le norme nel cui rispetto si costruiscono oggi centrali atomiche?

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lunedì 6 giugno 2011

servi da sempre

Sono fatti così.
Sono brutti, sono meschini, guardano le cose e non le vedono.
Non si immedesimano, non capiscono, non si preoccupano di capire.
Hanno la loro verità e il loro scalino su cui salire e pontificare.
Non parlano, predicano.
Non razzolano e se razzolano, razzolano male.
Si mettono davanti a te quando c'è da guadagnare
Sono dietro di te quando c'è da dare.
Non dividono i meriti, ma le persone.

Disegnano teoremi e complotti e dipingono le prove a supporto.
Dispensano licenze e angoscia, paranoia e inquietudine.
Sono pieni del niente e come niente spariranno.
Non c'è evidenza che serva per questi servi.
Che importa? Ai servi non si fa cambiare idea.

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domenica 5 giugno 2011

siamo qui

Chimica: siamo chimicamente attivi, predisposti e bramosi.

Siamo il risultato di ghiandole che secernono sostanze per il cervello: sinapsi si connettono in circuiti piacevoli o in incubi.

Il tempo va veloce, corre.
Corre tanto che, un giorno vissuto un mese fa sembra lontanissimo mentre invece i dieci anni lasciati alle spalle dieci anni fa, sembrano dietro la porta attraversata ieri (appena ieri).

Percezione e ricordi stimolano a loro volta altre ghiandole a produrre sostanze che chiamiamo speranza o disperazione o solo noia o amore in qualche raro caso, ma anche ansia o distacco con cui guardiamo al mondo fuori, senza pensare che non c'è mondo fuori, ma solo nella nostra testa, fabbrica e laboratorio chimico di combinazioni di ormoni e sostanze che i recettori, facendo il loro lavoro, recepiscono.

Siamo già dentro la matrice, lo siamo da sempre.

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mercoledì 1 giugno 2011

figli

Ricordo una notte,
col vento dal mare,
la terrazza d'albergo che dà sulla piazza e mia figlia, a sei anni.
Restammo a parlare fino a tardi noi due.

Ricordo un bambino.
Io che lo vesto e mentre lo vesto canto una canzone.
Allora fumavo ancora e avevo la voce arrochita.

Ricordo una stanza in inverno,
l'assenza infinita,
gli strappi mai ricuciti
gli occhi svuotati
i vuoti impagliati.

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