Territorio

Smrt fašizmu, sloboda narodu!







domenica 28 aprile 2013

Solidarietà

La mia compagna ed io, abbiamo una ventina-trentina tra galline, galli, tacchine e tacchini.

Vivono felici, razzolando tutto il giorno in un grande prato e dormono la notte dentro ripari appositamente costruiti che, ogni sera, chiudiamo affinché la volpe e la faina non ne facciano strage.

Ogni mattina, a turno, un giorno lei, un giorno io, apriamo i ricoveri e portiamo loro granturco e gli avanzi della nostra cena.

Ogni primavera, ma a volte anche durante il resto dell'anno, nasce un certo numero di pulcini che garantisce il ricambio generazionale (a differenza di quanto avviene nella società civile) e la continuità della comunità avicola (sono diversi anni che non comperiamo polli, limitandoci ad immettere qualche gallo ogni tre-quattro anni).

La percentuale delle nascite, tra maschi e femmine è ripartita grossomodo al cinquanta percento.
Siccome il rapporto ottimale è di un gallo ogni sette-otto galline, ad un certo punti alcuni galli vengono soppressi, altrimenti le povere galline sarebbero sfondate dall'iperattività sessuale dei maschi.

Da qualche giorno osserviamo una vecchia gallina appesantita che non sembra in gran forma..
Ha la cresta sciapa e di un colore tendente al viola.
Inoltre, siccome non corre veloce perché non ha più fiato, i tre galli ne approfittano e la coprono con troppa frequenza, tanto che, poverina, perde molte penne della schiena.

Preso da umana pietas, ho proposta alla mia compagna di sopprimerla e farne del buon brodo,  ma lei mi ha dissuaso, dicendo che quella gallina è' la più anziana di tutto il pollaio, è stata molto brava ad allevare i pulcini negli anni scorsi, forse è stata la più brava di tutte le galline che abbiamo avuto in tutti questi anni e quindi merita di vivere da "pensionata" per il resto del tempo che le è dato.

Stasera è andata a prenderla e l'ha messa in un ricovero tutto per lei. Separata dalle altre galline e dai galli. Avrà un posto e un pezzo di prato tutto suo, e cibo a parte e cure adeguate.

Una bella storia no?

Mi chiedo solo perché quando c'è un esubero di galli e occorre sopprimerne uno, lei indichi sempre quello anziano....

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giovedì 25 aprile 2013

Antropofagi

Ecco,
tutti ora hanno capito.

Buongiorno,
prego,
prima lei,
insisto.

Le facce sono distese,
si ammicca,
si accenna
si sorride,
scintillano i canini.

Ci si prepara al pasto.

 

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I quotidiani (nel senso di giornali, compresi quelli online).

Le differenze,
i  colori,
le sfumature,
le sensibilità diverse,
le vite diverse,
le esperienze fatte,
le frasi pronunciate,
i pensieri partoriti,
per caso,
per applicazione
o per autodisciplina.

Prendi tutto,
cospargilo di merda.

Adesso sembriamo tutti uguali.

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Roba buona.

Le parole sono importanti.

Così le azioni
e i pensieri.

Ma i pensieri sono invisibili
e le azioni spesso sono a perdere.

Invece le parole incidono la pietra
e danno significato al pensiero
che fino a poco prima
non aveva forma

Preparano,
le parole,
all' azione.

Occorre avere il coraggio di dirle,
le parole.

Ecco:
questo paese è una merda,
governato da merde,
abitato da merde.
 

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martedì 23 aprile 2013

siccità

Mi sono guardato
e non c'ero.

Occhi gonfi
sguardo spento.
Il tempo svuota l'anima
dal sentimento.

Rimane
inspiegabilmente
qualche lacrima:
niente.



 

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domenica 21 aprile 2013

Lampi sulla giovinezza

Da ragazzo ero carino:
piacevo alle ragazze che si accontentavano.

 

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così così

te sento e nun te sento
te vedo e nun te vedo
te cago e nun te cago

 

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domenica 14 aprile 2013

Le classi esistono ancora (con buona pace dei pacificatori)

Un po' di tempo fa sono passato davanti alla manifattura chiusa.
C'erano i grembiuli delle operaie appesi alla recinzione.
Erano sporchi e grigi,
in una giornata grigia,
sotto un cielo grigio,
logorati dalla pioggia grigia ,
dalla neve grigia
e dal sole grigio delle valli padane.

Ho respirato
il senso del tempo che passa inutilmente,
scandito dai ritmi
della macchina
che schiaccia le nostre vite,
senza mai farci volare.

Ogni mattina ci alziamo,
andiamo a lavorare,
consumiamo caffè "di macchinetta",
acqua in bottiglia,
orrendi pasti precotti.

Produciamo e consumiamo,
consumiamo e produciamo,
di nuovo
e perpetriamo il ciclo
fino alla (nostra) morte.

E chi appende il grembiule alla cancellata
lo fa perché è uscito dal giro perverso,
e non sa
per quale altra via incamminarsi.

Allora appende un grembiule,
come un fiore sulla propria tomba.

La morte in vita,
in una società dove se non lavori non sei niente
e se lavori sei un privilegiato.

Adesso i grembiuli saranno rimossi,
per il "decoro" e l'"igiene".

In cambio,
forse,
un po' di cassa integrazione:
per tirare avanti ancora un po',
come meglio si può,
con fatica,
con quei cazzo di (forse) settecento euro al mese.

Però, dico io, ci sarà pure un modo,
e un mondo,
più giusto.

Riesci a vederlo?
O continueremo per sempre a pietire la sopravvivenza?

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domenica 7 aprile 2013

Umano in fuga

Davanti il mare,
dietro il deserto,
acqua,
sale,
sabbia,
sole.

E' arida,
la fine di tutto.
 

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sabato 6 aprile 2013

Maturità

Mi sono lasciato sfuggire
centinaia di occasioni.

Era il lavoro
erano gli impegni
era la vita dura
era la stanchezza
era che ero
stupido.

E adesso che credo di aver capito,
non posso più chiedere niente.

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