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Smrt fašizmu, sloboda narodu!







mercoledì 26 settembre 2012

Non è merito mio

Mia madre doveva essere pervasa da qualche insano spirito di sacrificio.
Infatti quando era ancora molto giovane sposò mio padre e ci fece due figli.
Lui era ammalato già allora.
Fu per questo che non feci mai in tempo a conoscerlo.

Mio nonno ci provò a farmi da da padre,
me lo ricordo fiero e forte,
col passo lungo di montagna camminare per senteri
o con la falce in mano a tagliare l'erba.

Poi, molto presto,
gli anni passati in prigionia.
e poi in miniera,
gli presentarono il conto .

Respirare tra un colpo di tosse e l'altro era sempre più difficile,
e una sera lo riportarono a casa dall'ospedale,
e quella notte, io stavo seduto di fianco al suo letto,
e  lo vidi e lo sentii andare via.

Senza modelli di riferimento,
con i miei figli,
ho interpretato me stesso.

A volte ho fatto cazzate, a volte ci ho preso.



 

14 commenti:

  1. Si va avanti per tentativi, si cerca di fare bene.
    Credo che anche con punti di riferimento certi le cazzate capitino comunque.
    E poi spesso i "riferimenti certi" possono essere assolutamente incerti nel proprio ruolo e quindi lasciarti tracce dei loro errori dentro. E credo sia normale così.
    Alla fine l'esperienza te la fai sulle tue ossa.


    "Nulla due volte accade
    nè accadrà. Per tal ragione
    si nasce senza esperienza,
    si muore senza assuefazione"

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    1. Quello che mi stupisce non è di aver fatto cazzate, ma di averci preso :D

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  2. pare sia piu' o meno sempre cosi'. solo capita che "ma stesso" non sia sempre un personaggio cosi' originale, no? :)

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  3. mi fanno notare che dovrei dormire di piu' o evitare di lasciare commenti in giro. insomma era "me stesso"... :P

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Anche l'originalità va dosata. Me ne sono accorto ieri mentre guardavo in TV gli scontri in piazza in Spagna. A un certo punto si è visto un manifestante saltare a piedi uniti contro un poliziotto che fermava un'altro manifestante e sbatterlo per terra, mentre l'altro riusciva a liberarsi e scappare. Ho esultato come il tifoso quando la squadra segna, saltando dalla sedia e urlando "SIIIII!!!". Poi ho guardato mio figlio e l'ho visto che mi squadrava sconcertato....:DDD.

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    3. eccolo qua
      http://youtu.be/vZ8yNywAOEk

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    4. Avresti dovuto riprendere pure il tuo "SIIII!!!" ... così rendevi bene l'idea :D

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  4. Ho perso mio padre a 8 anni, non ho mai avuto un grande dialogo con mia madre...Mia nonna materna è stata forse la mia piccola grande madre confidente, l'unica che ho conosciuto. E' morta una sera, da sola, quando sono uscita dalla stanza e il fatto di non esserci stata fino all'ultimo suo respiro è sempre stato un mio rimpianto. Gli "impegni" della vita a volte ti portano lontano da ciò che conta. Da attimi cruciali. Non ho figli, ma mi son sempre chiesta come li avrei allevati, io, che di modelli di riferimento ne avevo avuti gran pochi. Se fai un figlio, l'importante è cercare di dare il massimo. Poi si sa, quel che è giusto per te, per gli altri può non esserlo. Ho sempre sentito mia mamma dire "è colpa dei genitori", a prescindere. Non credo..La vita è come la roulette russa. A volte, nella buona riuscita, è solo questione di culo!

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    1. E' sempre solo questione di fortuna: dove nasci, come nasci, quanto sei stato amato, quanto amerai, chi incontrerai, come te ne andrai...
      Siamo figli del caos.

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  5. Ai figli non fanno male le cazzate, gli fa male, non sentirsi amati.

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  6. Guardo mio figlio, giovane padre, rapportarsi con i suoi figli. Capisco che ora comprende molte cose di ciò che siamo stati noi, padre e madre, per lui.
    Capisce le nostre incertezze, la paura di sbagliare, la stessa che ora è sua,gli errori, gli scatti, la stanchezza, l'amore così grande che sempre ci ha guidati anche quando abbiamo sbagliato. Lo stesso che ora guida lui.
    Capisco che mi è andata bene.
    Non è solo questione di padri, ma anche di figli.

    Da Camillo Sbarbaro a suo padre

    Padre, se anche tu non fossi il mio
    Padre se anche fossi a me un estraneo,
    per te stesso egualmente t'amerei.
    Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
    Che la prima viola sull'opposto
    Muro scopristi dalla tua finestra
    E ce ne desti la novella allegro.
    Poi la scala di legno tolta in spalla
    Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
    Noi piccoli stavamo alla finestra.

    E di quell'altra volta mi ricordo
    Che la sorella mia piccola ancora
    Per la casa inseguivi minacciando
    (la caparbia aveva fatto non so che).
    Ma raggiuntala che strillava forte
    Dalla paura ti mancava il cuore:
    ché avevi visto te inseguir la tua
    piccola figlia, e tutta spaventata
    tu vacillante l'attiravi al petto,
    e con carezze dentro le tue braccia
    l'avviluppavi come per difenderla
    da quel cattivo che eri il tu di prima.

    Padre, se anche tu non fossi il mio
    Padre, se anche fossi a me un estraneo,
    fra tutti quanti gli uomini già tanto
    pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

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