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Smrt fašizmu, sloboda narodu!







mercoledì 16 aprile 2014

Vuoti a rendere

Mio padre non l'ho conosciuto,
anche se lui, per un po', ha conosciuto me.

Mia madre rimase sola da giovane e così anche noi,
io e mio fratello, rimanemmo da soli senza accorgercene.

Come fu, come non fu,
andammo a a vivere coi nonni.

Un giorno, tornando da un breve viaggio in treno,
vidi mia nonna spossata e spenta.

Quella sera iniziò il suo ultimo viaggio,
che si concluse poco tempo dopo in un letto d'ospedale.

Mio nonno se ne andò con un bicchiere di vino in mano,
alla nostra salute.

Mio fratello ed io andammo a stare altrove
e dopo poco lui andò ancora più altrove
e quando ci ritrovammo eravamo due estranei.

Di quegli anni mi resta la sensazione di vivere,
costantemente in perdita.
 

8 commenti:

  1. Alcune persone le perdi, ma altre ne acquisti lungo il cammino. Certo poi alla fine perdi ... pure la vita ... prima o poi, però non è che nel frattempo ci si debba dare sempre le bastonate sui maroni ^__^
    Per la serie "maroni a perdere" :-D

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  2. A perdermi sempre , ma di maron solo glassee grazie

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  3. Ognuno sta solo
    sul cuore della terra
    trafitto da un raggio di sole:
    ed è subito sera.

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  4. O Madonna, é risorto Ungaretti!

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  5. Ma che bella compagnia stanotte! E io che pensavo di darti un saluto informale per colmare la tua solitudo...varda Qii, mica t'annoi ? Persino El Bepi, scomodi...e allora dovresti aggiornarci con almeno , 8va rima a braccio o no, tanto per risorgere un po' dalle nostre ceneri col riso,

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  6. Di nonni ne ho conosciuta solo una, la mamma di mia mamma, tra noi fino alla veneranda età di 98 anni. Papà se ne andò a 41 anni, lasciando mamma a 35 a tirar su tre figli di 4, 8 e 13 anni. ..
    Mamma se ne è andata un mese fa...68 anni. Troppo giovane per andare, ma la vita è cosi. Non guarda in faccia a nessuno.Non per parlar pubblicamente di "sfighe", semplicemente per dire che c'è tempo e tempo anche per "subire" e interiorizzare le perdite. A volte, quando già si è vissuto per anni con questa "sindrome dell'abbandono" nella testa, è veramente difficile farsela andar bene e pensare che sia semplicemente la vita. Ci vuole tempo... E forse un sano equilibrio non si acquisterà mai, per chi è stato "precario negli affetti" fin da giovane. Mi consola il fatto che forse, se esiste un "aldilà", abbiano potuto esser di nuovo insieme e confrontarsi sugli anni passati divisi.
    Un amico disse: siamo come dei barattoli di latta: abbiamo una data di scadenza. Fortunatamente non sappiamo quando è il nostro D Day... Viviamocela sta cazzo di vita! Nonno tuo insegna: un bel bicchiere di vino in mano, a brindare alla salute...finchè si può, col sorriso sulle labbra..

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