E' come risvegliarsi con un secchio d'acqua tirato sulla faccia, o sul muso, se si vuole essere proprio neri.
Manca il sogno, manca lo slancio. Si gira e si rigira intorno a questioni di piccolo cabotaggio, senza avere la fantasia necessaria per immaginare in grande, per guardare altrove.
Voglio dire che in questo paese, il pensiero unico si trasforma e assume apparenze diverse e contagia tutti.
Il pensiero unico si manifesta in chi continua a sostenere che l'economia è il centro attorno a cui deve ruotare la nostra vita, in chi ci dice che la realtà è questa e che ci dobbiamo adattare.
Stasera una sindacalista CISL (un pezzo grosso) ha sostenuto che a causa della globalizzazione i diritti del lavoro possono essere messi in discussione. Ha sostenuto in pubblico le posizioni di Marchionne, ha sostenuto che gli operai di Pomigliano stanno a casa in malattia per guardare la partita, come il più becero dei destri.
Ma io voglio vedere i dati, non affermazioni generiche cazzo!!! me lo devi dire con dati e date alla mano. Mi devi dire: il giorno tale, c'era la partita tale e l'assenteismo e stato di 10 ,metre normalmente è di 5, atrimenti è solo bla bla bla bla. Qualcuno ha pure applaudito...cazzo!!!
Il pensiero unico si manifesta nella superficialità con cui si trattano certi argomenti e si mischiano le cose.
Stasera una sindacalista della CGIL (un pezzo medio), ha liquidato Latouche, Naomi Klein e Toni Negri mettendoli sullo stesso piano e bollandoli come intellettuali che si fanno lo yoghurt ed estremisti.
Ragiondano allo stesso modo, io dovrei dire che Letta (Enrico), Bersani e Marino, sono tre democristiani.
Il pensiero unico si manifesta nella vacuità di chi non ha mai colpe.
Stasera un consigliere regionale del PD(un pezzo boh), ha sostenuto che la situazione attuale non era prevedibile 2 o 3 anni fa. Ah no? e allora i movimenti che sostenvano che ci saremmo trovati esattamente dove siamo adesso? E se non riesci a immaginare il futuro, è meglio che stai a casa, chè di fare politica non te l'ha ordinato il dottore.
Stasera volevo dire a queste persone che: "produci, consuma, crepa" ha fatto il suo tempo, che non ho pagato la quota del sindacato perchè i soldi sarebbero andati solo ai due sindacati che hanno firmato l'accordo con Marchionne & Marcegaglia escludendo la FIOM, che non siamo pronti al passaggio epocale che ci attende, che siamo culturalmente impreparati e pensiamo ancora che il capitalismo sia l'unica società possibile, che un capitalismo dal volto umano, un po' meno "turbo" di quello attuale, con qualche regola in più è il massimo che riusciamo a pensare, che se si accettano le regole del capitalismo, del mercato e della globalizzazione, non c'è salvezza dalla barbarie, che non sta scritto sulla pietra che l'economia deve essere il centro della nostra vita, che esitono ricercatori che immaginano indicatori diversi dal PIL, indicatori della qualità della vita, del benessere e della felicità individuale (per quanto possibile essere felici ovviamente), che tutto questo nella pratica si traduce in una domanda: "a cosa sono disposto a rinunciare, quali dei miei bisogni veri o supposti posso fare a meno di soddisfare?" e nella messa in pratica della risposta che ci si da.
Ma l'agenda degli interventi si è riempita a discrezione degli organizzatori e ai relatori, piaceva tanto tanto tanto sentirsi parlare e spiegare alle folle e quindi non ne ho avuto la possibilità.
Non sarà per la prossima volta.
sabato 13 novembre 2010
Non vinceremo mai
Pubblicato da
G3RT
alle
00:40
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Magari se ti fossi fermato avresti potuto mettere a nudo le contraddizioni, le incongruenze e il conformismo dei relatori.
RispondiEliminaNon è che la fretta aiuti a cambiare le cose; siamo così se non peggio e allora?
Secondo me per vincere non bisogna rompere, ma cercare di trovare nuove vie e di creare la relazione per far sì che si possano affermare.
ciao anonimo
RispondiEliminaTu hai ragione, ma anche io ho i miei limiti.
Era venerdì sera e dopo una settimana dura e due ore e mezzo di parole e di appunti, ero stanco morto.
Inoltre, a parte quello che ho scritto sopra, sto ancora cercando di capire cosa mi ha veramente urtato.
Penso che posterò una riflessione più meditata a breve.
Faccio mia una frase di Giovanni Falcone (sperando che non se la prenda, ovunque egli sia): "La mafia è cosa umana e come tutte le cose umane ha un inizio e una fine".
RispondiEliminaCosì, credo e spero che una fine ce l'abbia pure il sistema politico economico odierno, bastato fondamentalmente sulle clientele e lo sfruttamento di uomini e risorse naturali.
Certo ci vorrà del tempo, ma credo che il futuro sarà migliore del presente. Non per altro, è solo che andare peggio di come si va ora, significa solo una cosa: III guerra mondiale.