Questa sera, in questo post, non mi metterò in mezzo, non userò per gentilezza il "noi": noi facciamo, noi siamo così, noi qua, noi là, noi noi, noi bla bla bla.
Stasera nessuna cortesia: mi chiamo fuori dalla massa.
Come fu col fascismo negli anni venti e trenta del secolo scorso, così è oggi. Siamo in una situazione tragica e ci siamo perchè una gran parte degli italiani sono daccordo e conniventi col regime.
Gli italiani sembrano tutti rincoglionit, anestetizati, rimbambiti.
Gli tolgono diritti e servizi e loro zitti. Aumentano le tasse sul lavoro e gli italiani stanno zitti. Tolgono il diritto allo studio e loro zitti.
Vietano perfino di girare liberamente per l'Italia e gli italiani zitti.
Gli Italiani oggi non sono in grado di pensare: a seconda dell'età hanno l'encefalogramma piatto da grande fratello o da quiz televisivo o da fica/culo/tette agitate davanti alla telecamera.
Dormono beatamente o ballano sul ponte del Titanic mentre il paese si ammala.
Chi lo dovrebbe curare nemmeno si rende conto che c'è una malattia, una stortura. Il medico ha confuso la malattia con la salute.
Chi ha un po' di coscienza critica si ritrova a parlare da solo.
Non succede niente. Che altro c'è da dire? Non serve nemmeno scrivere queste cose.
mercoledì 29 dicembre 2010
Non c'è niente da dire
Pubblicato da
G3RT
alle
21:12
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Serve scrivere queste cose. Serve a sentirsi in compagnia.
RispondiEliminaAnche al tempo del Fascismo furono 12 su 1200 i professori universitari che rifiutarono di giurare fedeltà al regime.
Scrivere serve, serve……se così non fosse …..
RispondiEliminaRiporto due affermazioni ( dalla letteratura e dai quotidiani) di due leader, in circostanze diverse, linguaggio diverso, obiettivi diversi, ma il messaggio identico.
Non voler sentire altro che la propria voce.
“ Se voi non mi volete, io vi voglio e se voi non mi amate,io amo voi e andrò avanti con o senza vostra voglia”
”Non sono più disposto ad accettare il dissenso ….”
L’unica differenza:
tra loro son passati …500 anni !!!!
Cito: Lavinia Greenwell-antropologa
Alle origini della prevaricazione dei diritti umani
“Fine della Giustizia sulla terra”.
di Lavinia Greenwell
“….….l’ingiustizia sulla terra sarebbe venuta con l’avvento della terza era……
un uomo nuovo,assetato di potere
non più nell’essere, ma nel divenire
non più nel fondersi qual goccia nel mare
cercò sua meta, ma nel possedere
e nell’imporre ad altrui suo dire
nel vincer guerre e nel primeggiare
supremazia del fare e dell’avere”
P.S. ahimè, più dell’avere che del fare